Cartelli Escursionistici

Cartelli escursionistici

come leggerli

La domanda che spesso ci viene fatta è proprio questa: “come si leggono i cartelle escursionistici ?”. Tutti siamo abituati a vedere sui sentieri vari cartelli e segni che identificano la via da percorrere, tuttavia spesso non sappiamo con esattezza il significato di quello che stiamo guardando.  I sentieri sono suddivisi in base a delle caratteristiche, ne abbiamo parlato qui, ma adesso, proprio per rispondere a questa semplice e per niente banale domanda abbiamo scritto questo articolo.

Questo ad esempio, rappresenta un tipico segnale di identificazione di un sentiero. Identifica in maniera univoca, su tutto il territorio italiano quel determinato sentiero. Come possiamo vedere è composto da tre numeri, vediamo ora cosa mi indicano:
il primo numero mi indica il “settore” di attribuzione mentre le altre due il “numero” del sentiero.
Tutti i sentieri italiani sono stati, grazie al C.A.I. (Club Alpino Italiano) inseriti in un Catasto dei Sentieri suddiviso in Zona, Area, Settore, Numero e Gruppo Montuoso.

ZONA: con questo termine si identifica una Provincia oppure una Regione;
AREA: quando i sentieri all’interno della “Zona” sono in numero maggiore a 9, la “Zona” viene ulteriormente suddivisa in “Aree”. Le Aree vengono indentificate da una “lettera alfabetica” scritta in maiuscolo;
SETTORE: mi identifica una certa estensione di territorio omogenea per caratteristiche morfologiche e geografiche all’interno di una Zona/Area. Può racchiudere un Gruppo Montuoso o più Gruppi Montuosi. Dentro un Settore vi sono al massimo 100 sentieri;
NUMERO: mi identifica il sentiero vero e proprio e grazie alla numerazione univoca posso geolocalizzarlo;
GRUPPO MONTUOSO: mi rappresenta una luogo ove vi sia una rete di sentieri, omogenea per caratteristiche morfologiche, può essere una catena montuosa ma anche collinare o di pianura, purché percorsi da sentieri.

Un altro cartello comunemente trovato è quello sotto raffigurato : In questo caso il cartello indica la direzione per raggiungere quei punti (nell’esempio di fantasia: Monte Pippo, Cima Pallina e Rifugio Pluto). Il numero scritto alla fine della descrizione rappresenta il tempo stimato per raggiungere quel luogo. Non mi dilungo molto sulla natura dei cartelli (che tratterò in altro articolo) mentre vorrei dare qualche informazione sul “tempo di percorrenza”. Il calcolo del tempo di percorrenza, necessario per raggiungere un dato luogo, viene riportato sui cartelli escursionistici e può essere calcolato con due metodi: uno abbastanza empirico ed uno più preciso che richiede però dei calcoli. Qui tratterò esclusivamente il primo metodo.   METODO EMPIRICO Questo metodo si basa sull’esperienza degli escursionisti: statisticamente un escursionista con un allenamento medio su un sentiero pianeggiante o mediamente ondulato senza difficoltà percorre dai 3 ai 4Km in un’ora di cammino (senza soste) con una velocità di 3-4 Km/h (che corrisponde ad un passo di 20-15 min/Km). Lo stesso escursionista se percorre un sentiero facile con una salita media (con altitudine inferiore a circa 2000m) in un’ora percorre circa 300m di dislivello positivo (d+); se percorre lo stesso sentiero in discesa compie circa 500m di dislivello negativo (d-). Su sentieri con altitudine superiori ai 2000m questi valori si riducono di circa il 15% (250m d+ e 450 d-). Da questa semplice descrizione si deducono due aspetti fondamentali: il primo riguarda la preparazione che l’escursionista ha, il secondo la natura del sentiero percorso. Bisogna quindi essere sempre “leali” con noi stessi e non sopravvalutare la nostra condizione psico-fisica mettendola in relazione con la tipologia di sentiero da percorrere e con le condizioni meteo. Percorrere 5 Km di sentiero con 35° di temperatura è diverso che percorrere il medesimo sentiero con 4° e sotto un temporale. Tutti questi aspetti verranno però trattati in un altro articolo.